Da lunedì sera Antonio Calabro non è più l’allenatore della Viterbese. Ha lasciato la panchina per motivi personali e nessuno su questo può sindacare. Una scelta familiare, spiegata in conferenza stampa, che rispettiamo, augurando al bravo tecnico le migliori fortune, in famiglia e nella sua carriera.
Il presidente Marco Arturo Romano si è trovato a cinque giorni dall’inizio della stagione a dover trovare un altro allenatore al quale affidare la squadra e la scelta non è potuta che ricadere su mister Giovanni Lopez, già sul libro paga del club e con buona esperienza con i giovani.
A prescindere dalle reali motivazioni del cambio di guida tecnica, continua a tenere banco la questione under, che da settimane aveva inasprito i rapporti tra l’allenatore di Melendugno e l’area tecnica della Viterbese (composta dai ds Tito Corsi e Marco Lancetti).
Le dure parole di Calabro affidate al collega Samuele Sansonetti di Tusciaweb una decina di giorni fa riecheggiano ancora troppo chiare per poterle ignorare. I contributi del minutaggio hanno probabilmente influito sulla rinuncia di Calabro, soprattutto nel particolare momento di difficoltà personale del tecnico.
Senza nulla togliere a mister Lopez, l’amarezza per l’addio di Calabro ha disorientato una parte dei tifosi gialloblu, per cui l’allenatore pugliese era sinonimo di garanzia. I tecnici passano e la maglia resta, certamente, ma dopo un’estate a dir poco complicata il gran rifiuto di un allenatore adorato dalla piazza è stato difficile da mandar giù.
Specie se – speriamo di no – da qui al 2 settembre non arriveranno dal mercato altri under adatti alla categoria che possano soddisfare sia le esigenze della panchina sia l’equilibrio del bilancio della Viterbese, interessata soprattutto, legittimamente, a far cassa coi giovani nati dal 1998 in poi. Una volta presi, visto che ad oggi scarseggiano, come sottolineato da Calabro e ribadito da Lopez, il quale ha già parlato di completamento necessario della rosa.
Inutile dire, oltre questo, che le poco rassicuranti voci di mercato sulle imminenti cessioni di Vandeputte e Atanasov (nella foto, la rete che ha consentito la conquista della Coppa Italia), due pezzi da 90 di una rosa di per sé ancora incompleta, non aiutano a rasserenare il clima.
Il passo da “non venderemo nessuno” a “cederemo chi vuole andare ma a fronte di adeguati rimpiazzi” è stato breve, ma alle dichiarazioni non sono seguiti i fatti. Sulla corsia sinistra si aspetta ancora il sostituto di Mignanelli, per dire.
Deve restare assolutamente chiaro a tutti che c’è una categoria, la serie C, da mantenere e che nel calcio, come nella vita, per scendere in campo dovrebbe contare il merito e non lo sponsor o il bottino a fine giornata.