L’appuntamento con la storia è a Marassi. Per ogni tifoso gialloblù memore della “grande storia del club” la partita che la Viterbese giocherà contro la Sampdoria domenica sera, nella mitica cornice del Ferraris, è un risarcimento morale e un punto di (ri)partenza.
Mai la squadra che porta i colori di Viterbo in giro per l’Italia aveva affrontato, in un incontro ufficiale, una compagine di questo livello. I tifosi di vecchia data interpretano questo evento come un segno del destino. Il fato, in molte (troppe) circostanze cinico e baro, ha voluto restituire con una mano quello che aveva tolto con l’altra per dare la stura a cocenti disillusioni.
Il vecchio leone gialloblù ha sempre saputo rialzarsi e ripartire, per inoltrarsi nella savana a caccia di nuove avventure. Ma stavolta è tutto molto diverso dalle altre volte. Il Ferraris, dopo il Del Duca, può davvero rappresentare un punto di (ri)partenza per un ambiente finalmente unito e ricompattato.
Sono partite, queste, in cui non conta certamente il risultato. Conta, soprattutto, essere arrivati a giocarle. Accade al termine di un percorso non casuale ma, al contrario, frutto di un’organizzazione certosina e testarda.
La buena suerte, aiutata come sempre dalla persona giusta al posto giusto, ha voluto gratificare i vecchi cuori gialloblù. Il progetto Viterbese messo in piedi da Piero Camilli potrebbe trovare a Marassi la sua (definitiva?) rampa di lancio.
Domenica è sempre domenica. Ma quella che ci aspetta a Genova è sotto molti aspetti una domenica speciale, quasi una domenica bestiale. Gustiamola fino all’ultimo respiro, questa giornata particolare.